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domenica 22 febbraio 2015

Beppe Tassone: "Turismo. Una prospettiva diversa"

“È davvero importante fermarci una volta ogni tanto, uscire dalla propria testa e vedere le cose in prospettiva. In effetti, scoprire che guardavi le cose nel modo sbagliato può essere quasi liberatorio. E all’improvviso vedi nuove potenzialità, nuove possibilità, dove non le avevi mai viste prima”, questa pensiero, mutuato dalla serie televisiva Grey's Anatomy, ideata e creata da Shonda Rhimes, ben si adatta ad una certa imprenditoria turistica ostica ad ogni cambiamento

All’inizio di una stagione che potrebbe rivelarsi definitiva, dando il là alla ripresa del settore oppure relegandolo ancora ad un periodo di crisi che ormai sembra inarrestabile, pare giusto interrogarsi su quanto è stato fatto e soprattutto se la realtà turistica italiana è stata considerata, da tutti gli attori, sotto una prospettiva giusta.

La prospettiva non è certo quella dell’italica filosofia, che annualmente ben si concretizza in un decreto legge denominato “mille proroghe”, tesa solo a rinviare all’infinito la resa dei conti e, in sostanza, l’adeguamento ad una realtà che ormai, da anni, è stata recepita ed accettata in buona parte del mondo.

Il turismo ha cambiato pelle ed ogni turista ha ben chiare quali sono le sue esigenze e i suoi desideri.

Esigenze, necessità e desideri che si concretano in una maggior mobilità, nella necessità di sinergia tra tutto il territorio ed anche in un’agilità di pensiero e di azione che l’informatica e le nuove tecnologie ormai esaltano quotidianamente.

Guerre di posizione per mantenere lo status quo inalterato, che fino ad ora sono riuscite ad impedire riforme e modifiche, non sono più in grado, in ogni caso, di garantire livelli economici ed occupazionali adeguati.

Dal momento nel quale si decide di partire per un viaggio, sia al giorno del rientro, ormai, ci si confronta con la realtà, si consultano siti internet, si prenotano musei, escursioni e ristoranti attraverso telefono o tablet.

Orari e disponibilità, poi, sono modulati su mutati comportamenti delle persone, cercando di andare incontro alla richiesta e non di impedire che la stessa trovi risposte positive.

Se ci facciamo caso, invece, nel nostro Paese avviene l’esatto contrario: musei chiusi nei giorni festavi, attività che si bloccano sul far del tramonto, stabilimenti balneari che aprono prestissimo il mattino, ma la sera non sono attrezzati per funzionare e del resto, nemmeno vi sono forti richieste per modificare normative e regolamenti tuttora in vigore.

Non parliamo poi della sinergia tra le varie attività del territorio…il risultato è sotto gli occhi di tutti, e i flussi si dirigono verso altre località.

Occorre avere il coraggio di modificare radicalmente l’approccio, di guardare la realtà con gli occhi di oggi e non con il “desiderio” di portare indietro le lancette di quale decennio.

Fatica perfino a prendere piede il wi.fi. gratuito nei luoghi di maggior affluenza, mentre all’estero tantissime località turistiche sono ormai quasi totalmente coperte da segnale raggiungibile gratuitamente.
Sembra poco, ma il mosaico è composto da tanti tasselli: nel caso italiano, sono molti gli elementi che non si riescono più a collocare al posto giusto.

Il turismo è la nostra prima industria, con un numero di occupati notevole e con un PIL di tutto rispetto: occorre avere il coraggio di aiutarlo a crescere anche con una lotta dura contro le rendite di posizione e contro quanti cercano di impedire trasformazioni ormai non più rinviabili.

La realtà o la guardiamo con gli occhi giusti, senza falsi tentativi di cambiarla attraverso lenti colorate, o il rischio è quello che la ripresa del settore venga ulteriormente allontanata nel tempo.
Ben sapendo che i flussi turistici, se prendono altre rotte difficilmente poi torneranno indietro.

Beppe Tassone

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